venerdì 6 giugno 2008

A voce alta - 14° festival internazionale di poesie di genova


14° Festival Internazionale di poesia di Genova


recital “a voce alta
(poesia come impegno civile)

con la partecipazione di:
Marco Cinque
(testi, voce, fiati etnici, tamburo)
Luigi Marangoni
(voce) http://www.luigimarangoni.com/

Francesco Nardi
(tastiere, percussioni) http://www.ilviolinodieinstein.it/

al Garibaldi Café
venerdì 13 giugno, ore 21,30

via ai Quattro Canti di San Francesco 40 r



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2 commenti:

Marco Cinque ha detto...

A voce alta - la poesia è impegno
la performance

di Simonetta Ronco

Parole come pace, umanità, armonia, esistenza, se pronunciate a voce alta, inserite in una poesia, accompagnate dalla musica, acquistano magicamente una forza dirompente e allo stesso tempo danno la misura di quanto siano invece prive di umanità altre parole, come morte, violenza, privazione. "A voce alta - poesia come impegno civile"è il titolo del recital multimediale che Marco "Red Eagle" Cinque, giornalista, scrittore e poeta romano, da anni attivo sul fronte della lotta contro la pena di morte e della difesa dei nativi americani, porta a Genova in occasione del Festival della Poesia. I versi, scritti dallo stesso Cinque, in cui scorre il mondo terribile degli emarginati, dei prigionieri in attesa della morte, dei bambini difficili, saranno recitati stasera alle 21.30 al Garibaldi Cafè (via Quattro Canti di San Francesco) dall'autore insieme all'attore genovese Luigi Marangoni, sullo sfondo dei ritmi di tastiere e percussioni del musicista Francesco Nardi.
Marco Cinque è stato a lungo impegnato in progetti educativi nel campo del disagio adolescenziale e nel '92 ha è entrato in corrispondenza con due nativi d'America rinchiusi nei bracci della morte statunitensi. «Il nome indiano U-wo-li Gi-ga-ge (Red Eagle) - spiega - mi è stato dato dal mio fratello adottivo Ray "Running Bear" Allen, settantaseienne Cherokee, prigioniero per 30 anni nel carcere di San Quentin prima di essere giustiziato con una iniezione letale». L'interesse dello scrittore nei confronti della lotta contro la pena di morte è andato in quegli anni aumentando e dalle pagine del Manifesto ha promosso la campagna nazionale di adozioni epistolari "Adotta un condannato a morte". «Quando ad uccidere è uno Stato, che deve sempre porsi come modello di riferimento per i suoi cittadini, esso deve poi dar conto del fatto che la propria azione repressiva si pone in palese contraddizione con quell'inalienabile diritto alla vita che afferma di voler difendere. Una lezione di morte con la quale si pretende di insegnare a non uccidere non è certo una risposta educativa: è come se un insegnante pretendesse di insegnare la non violenza usando la violenza sui propri alunni». Ma chi non ha il potere di cambiare veramente le cose, come può contribuire? «Ci sono strumenti, modi e linguaggi che permettono di trasmettere il senso etico e morale mirando alla sfera del sentire. La multimedialità, ad esempio, che comprende sentieri privilegiati della comunicazione come la poesia, la musica, l'immagine, è uno strumento importante».


simonettaronco@tin.it


13/06/2008

Marco Cinque ha detto...

UN ABBRACCIO DI MIRTO E TEMPORALE
(a Luigi)

come
protetti da un
ticchettìo di versi
tra memorie di tuono
ogni goccia un messaggio
all’unisono sui nostri bicchieri

sentirsi fratelli non sembra
così distante dall’essere fratelli
il sangue di madreterra non distingue
i suoi figli e forse i nostri sorrisi di mirto
parlano la stessa lingua da sempre

ho visto un
orizzonte di mare e vele
sulle nostre storie dette infine
sui silenzi camminati tra gli scogli
sulle corse pazze scandite dai click
sulla frutta, tra le braccia del suq
sui caffè nel grembo di genova
e ho svestito ogni pensiero
per gustare quel calore
senza alcun timore
senza alcun
timore

poi i finestrini del treno
e le nostre voci di cui
conservo intatta

l’eco...